L’indecifrabile lingua dell’esistenza umana

Mi sono sentita cosi sola, in tutti questi lunghi anni. E pensare che la felicità era ad un passo da me. La felicità, l’ho scoperto ora, è sentirmi chiamare con il mio proprio nome. La felicità, come se fossi stata presa per mano da chi ben mi conosce, è stata sentirmi guidare su sentieri già battuti. La felicità, che mi ha strappato le lacrime dagli occhi liberandomi da tormenti e solitudine che mi attanagliavano dacchè diventai adulta, è stata sentirmi riconoscere negli occhi e nelle parole dell’altra, come se di me non si fosse mai scordata, come se mi avesse seguita nel mio vivere, ogni giorno, di questi lunghi, interminabili anni di solitudine e silenzio, di segreti e sotterfugi, di convulsa impotenza, cieco annaspare nel disperato tentativo di sopravvivere, con la bocca sempre ad un pelo fuori dall’acqua, di lacrime e preghiere, di giri tortuosi e pentimenti, di polvere sottile, brillante dall’esterno e luccicante, sotto gli applausi della ribalta di un teatrando vivere, di una vita a rincorrere le ombre cercando la luce, di sommessa desolazione, puzza e amarezza, sotto i lampioni spenti di un inverno che sembrava non finire mai.
Una voce già ascoltata, la felicità, parole a me finalmente non straniere, un linguaggio familiare, a me caro, a me noto, quello che mi riporta agli anni più belli, non felici, ma realmente esistiti, vissuti, non persi.
La mia felicità non è stata, quindi, sentirmi felice (appagata, allegra, completa, giunta alla mèta) ma accolta, riconoaciuta, ricongiunta, tornata lì dove ero partita e non sentirmi straniera, smarrita, lingua incomprensibile e indecifrabile, incapace di creare storie, tracce, legami.

Pubblicato da Rebecca's Light

"Ora che era arrivato il cattivo tempo, potevamo lasciare Parigi per un qualche posto dove questa pioggia sarebbe stata neve che scendeva tra i pini e copriva la strada e i ripidi pendii delle colline e un'altezza dove l'avremmo sentita scricchiolare sotto i piedi tornando a casa la sera." ("Festa mobile" di Hernest Hemingway")

14 pensieri riguardo “L’indecifrabile lingua dell’esistenza umana

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