“Le cose belle che perdiamo hanno sempre il modo di tornare da noi, anche se non sempre nel modo che ci aspettiamo “

21.01.2012 “Harry Potter e l’ordine della Fenice” (cit. Trascritta su un libro letto tanto tempo fa)

Tu sei…

Tu sei come il muschio,
che cresce spontaneamente nelle zone più remote,
distanti dell’entroterra urbano e dalle zone costiere,
Il verde si accende quando più c’è freschezza,
un corso d’acqua dolce nei paraggi, nelle aree più nascoste e meno frequentate.

Tu sei come la piccola viola,
che cresce all’ombra, nella semioscurità delle ferite del cuore.

Tu sei come l’Amore,
che non si arrende
e mai muore.

Cose belle della giornata di oggi

Oggi, 7 ottobre 2023, ricorrenza della B.V. Maria SS. Regina del Rosario di Pompei, è una giornata assolata, calda, con temperature fuori dall’ordinario.

Ho acquistato un mazzo enorme di bietolina fresca, dalle grandi foglie verdi a cui non ho saputo rinunciare, e ben 2 mazzi di cicorietta, dall’aspetto altrettanto invitante: sembravano dirmi “Comprami e Mangiami, sono tutta Salute!”

Così sono uscita dal supermercato con quei 3 bei mazzi verdi avvolti in 2 sole buste e poste vicino al seno, una sul lato destro e l’altra sul lato sinistro, come due pargoli, due creature da dover allattare con estrema cura.

Avevo il sole negli occhi, sulla pelle delle braccia nude e ancora abbronzate, la profezia dell’imminente salute che traboccava verde primavera, verde dei campi irrigati di pioggia(*), di vita, di speranza…

Ed ero felice!

(*) Da dove hanno preso tutta quell’acqua non si sa, viste le temperature e il pericolo clima in cui siamo tutti…

Siate coraggiosi e siate forti

Non puoi dirti Vittorioso se prima non ti confronti con la lotta (e la vinci!)

Dedicato ai tanti, troppi, che si sentono arrivati senza aver neanche iniziato

#biscottodellafortuna #lottare #coraggio #speranzasempre

Ancora una volta sei riuscita a farmi stare male!

Pensa! E invece, per me, voler bene a una persona, amarla, è a prescindere dalla stima che ho per questa, dalla fiducia, che nutro per lei, a prescindere dal suo carattere…!
Posso stimare tantissimo una persona ma non volerle bene.
Posso amare una persona di cui non ho fiducia e continuerò ad amarla, perdonarla, sorreggerla, anche se so che continuerà a farmi del male, che non mi darà mai ragione, che continuerà a non pensarla come me, ad essermi lontana….

Pensi che io ti ami perché sai sempre supportarmi?
Pensi che io ti ami perché sei sempre gentile con me?
Pensi che io ti ami perché hai sempre apprezzato le mie scelte?
Pensi che io ti ami perché mi hai lasciata libera di essere me stessa?
Pensi che io ti ami perché posso contare su di te?
Se tiri le somme, non avrei alcun motivo per amarti!
Ho fiducia in te? Assolutamente no.
No.
Ma sono in grado di stimarti come persona, riconoscere in te moltissime qualità, essere orgogliosa di te.
Ti amo perché devo farlo.
Perché a volte mi fai tenerezza.
Vorrei amarti prima che fosse tardi.
Ci provo.
Ci provo ad amarti ma devo pensare a te per quello che sei ora.
Riconosco la tua ineguagliabile intelligenza, di cui sei ben cosciente e di cui ti sei sempre pavoneggiata.
Riconosco anche la tua profondità, non sei superficiale, mai banale, superiore a tutti gli standard.
Ma non amo chi non riesco a guardare negli occhi senza avere soggezione.
Non sarei mai al pari delle tue aspettative – e quindi dei tuoi criteri per decidere di amare una persona – se riuscissi a rivelarmi per quella che davvero sono.
Per colpa tua ho dovuto appesantire di maschere, scudi, barriere di protezione, zavorre di salvataggio (come una mongolfiera per non perdermi nel mondo), la mia vita e ciò mi ha provocato e continua a provocarmi insicurezze, inadegatezze, paure, sensi di colpa, frustrazioni.
Alla fine l’unica salvezza per me è  sempre stata quella di allontanarmi da te.
Più lontano ero, più avevo aria da respirare.
Più ti nascondo la mia vita, e più guadagno ossigeno.

Fragilità

Buongiorno amici,

Buongiorno mondo!

Sabato, 26 Agosto 2023

Oggi il sole è sorto alle 06:21, accolto da un cielo quasi indifferente, sotto gli occhi di un paio di spettatori: un pescatore, assolutamente estraneo all’evento, indaffarato a sistemare al meglio delle sue inesperte capacità ( nonostante la sua veneranda età, o forse proprio per questo, mentre fumava l’ho visto intrappolarsi le dita nel cercare di sbrogliare il filo con l’amo da lanciare….), e una donna che faceva il bagno in mare. Mi sembrava che si fosse accorta dell’alba nascente solo perché, quasi alle sue spalle, d’improvviso ha visto me che guardava un punto fisso.

Sì, eravamo in 3 quest’oggi.

Ma io sono spettatrice degli spettatori, e al contempo sono pubblico pagante, e forse faccio anche parte del backstage, non so se mi spiego.

Riflessioni dell’alba di oggi (la 3, e forse l’ultima che vedrò dal mare, visto che lunedì tornerò in ufficio, tornerò alla mia vita da pendolare borbottante, dal fegato marcio dalla rabbia della poca, buona educazione, dallo stomaco in subbuglio per lo stress che si riaccumulerà in poco tempo).

Riflessioni:

Questo nuovo giorno è nato nella foschia di un cielo assente, un pò buio, forse un pò stanco.

Se nella 1 alba ho visto il Coraggio! Quel balzo per staccarsi dal mare al cielo, tra infinito e infinito, tra ieri e l’oggi, tra l’oggi e il domani… ha bisogno di Coraggio

Se nella 2 alba ho visto la Speranza, una linea curva piccola e netta, rosa, quasi fosse un primo dentino nella bocca di un neonato dai capelli fulvi e vivaci,

In questa 3 alba ho visto la Fragilità delle cose, piccole e grandi cose.

Sembrava una piccola nuvola rosata, in un cielo vagamente scuro, non era una casa allegra quella, era una casa di gente semplice che non se la cavava molto bene.

Era una casa dove non c’era amore, una casa in cui le pareti erano fredde, e magari puzzava di umidità.

Ho pensato alla Fragilità del mondo, della nostra madre terra, ho pensato che bisogna averne cura, bisogna amarla, rispettarla, porre attenzione al suo peregrinare.

Ho pensato anche che ogni cosa/Cosa ha un’anima fragile, anche quella che sembra forte, persino aggressiva.

Pensiamo al Sole, che in questi giorni diventa rovente, sembra che abbia una forza dannata, un’energia esagerata e ora, mentre scrivo, è già balzato in alto nel cielo riconquistando il suo splendore, chi l’avrebbe mai detto che nel venire al mondo fosse stato tanto schiacciato, isolato, deriso, sottovalutato (non sarà forse quella l’alba sta mattina, ho pensato. Che delusione! Quella specie di piccolissima nube rosata, quella cosa senza forma, così confusa nel cielo spento…)..

Ecco: ho scoperto che tutto è Fragile a questo mondo.

Bisogna avere cura.

Di noi, della nostra vita, delle persone che incrociamo, persino del mondo che ci accoglie e che a noi, a volte, fa paura.

Oggi l’alba era un batuffolo di cotone imbevuto nell’acqua di rose

Splendi, o Sole

Buongiorno a tutti!

Questa mattina sono uscita presto, purtroppo non così presto da poter vedere l’alba.

Il sole sorge ogni giorno un minuto più tardi, in questo periodo dell’anno. Questa mattina era prevista l’alba alle 06:20 (se domani volete cogliere anche voi lo splendore del nuovo giorno, potete farlo alle 06:21, è uno spettacolo assolutamente GRATUITO e forse il più bello e mai uguale! Va in scena tutti i giorni e lo si può godere appieno in ogni stagione!)

Io ho tardato, esattamente di un minuto, sono arrivata in spiaggia alle 06:21; trafelato, e lui (il sole, il nuovo giorno)/ lei (l’alba), non mi ha aspettato!!!

Nonostante gli scarsi 60 secondi di ritardo, era già abbastanza rosso e in via di salita verso il cielo, verso l’infinito.

Ciò che oggi mi ha portato è questa riflessione: “il mondo va avanti, non aspetta. La vita va avanti, tutto scorre, è nella natura stessa del divenire. Bisogna ESSERCI, nessuno aspetterà i tuoi tempi. La vita scorre sempre e comunque, scorre e passa nonostante le guerre, le difficoltà, i sacrifici. Non ci sono sconti per nessuno, giustificazioni, sconti di pena. Bisogna vivere comunque, alzare la testa ed esserci, semplicemente.”

E poi, mi è tornata questa frase che ascoltai da Carmelo Bene, nell’interpretazione di Enrico VI di William Shakespeare (grazie MammaRai che ogni tanto ti ricordi anche di divulgare un pò di cultura e soprattutto di Teatro…)

“Tu che splendi, o Sole, sui buoni e sui cattivi, non spegnere la mia ombra”

Teatrando

Sono andata dove mi avevano detto di andare. Sono arrivata poco prima dell’orario in cui mi avevano detto di stare: 06:16, alle 06: 13 ero già lì. Pronta, in attesa (di chissà cosa e di chissà chi), ma io ero pronta. Mantenevo la grande borsa sulla spalla, ci avevo caricato un paio di bottiglie d’acqua, un cappello per ripararsi dal sole, nel caso avesse tardato, ed un telo. All’orizzonte non si vedeva nulla, se non come una lunga nuvola rosa che si dipanava in orizzontale, scusate il gioco di parole. Erano le 06:14 e niente accadeva. Sì, lo so, all’appuntamento mancavano ancora 2 minuti ma niente poteva accadere. Non c’era niente. C’era il solito mondo, la solita spiaggia, un paio di persone, un uomo che camminava fumando, una donna che andava via, dando le spalle al luogo dell’incontro. Nulla poteva accadere. Cosa vuol che accada, d’altronde? E poi non era chiaro cosa dovesse avvenire, se qualcuno dovesse arrivare, Qualcuno di importante, voglio dire, un uomo che conta, Qualcuno con la Q maiuscola, appunto. Riflettevo, guardandomi intorno. Riflettevo che nessuno di importante sarebbe arrivato in quel mattino che non preannunciava proprio nulla di importante, di diverso, di bello. È impossibile, pensavo, mentre l’uomo continuava a fumare, passeggiando a testa bassa su e giù per un piccolo tratto con le gambe immerse nell’acqua del mare. Ad un certo momento ha alzato lo sguardo e mi ha visto. Qualcosa deve essere andato storto: gli avrà dato fastidio la mia presenza, si capiva che aspettavo qualcosa o qualcuno (forse Qualcuno), avevo lo sguardo fisso verso quel punto esatto che mi era stato indicato: dietro l’orizzonte, dove il mare si incontra col cielo, passando dietro gli scogli, salendo un pò sopra quella linea dell’infinito, ma rimanendo nell’infinito. Ecco, lo sguardo di quell’uomo che camminava su e giù per un piccolo tratto, bagnandosi fin sotto alle ginocchia, nel mare – che non era di un bel colore, devo dire, perché quella lunga nuvola orizzontale che si spalmata nel cielo non era di un rosa definito, era solo un pò indaco, dispostasi sopra un cielo più scuro che sembrava grigio perché, come è stato già detto, quella non sembrava proprio essere una bella giornata – lo sguardo di quell’uomo, dicevo, si era fissato per un singolo istante dentro al mio sguardo e quella cosa, che io facevo, quell’attesa, deve avergli provocato l’amaro in bocca, tanto che ha iniziato a borbottare tra sè e sè, riprendendo subito il suo percorso, quel tragitto, quel breve camminare su e giù in quel mare con la faccia bassa e la sigaretta in bocca, sigaretta che ha tolto dalla bocca, spegnendola nel mare, abbassandosi fino a toccare con la mano l’acqua, facendo dondolare il braccio come se sfregasse quella cosa schifosa dentro il mare. Erano le 06:15, rividi il cellulare per controllare l’orario. Niente può accadere, proprio niente in questo giorno che non sembra proprio speciale. Ho tirato fuori il telo dalla grande borsa e l’ho steso a terra pensando di accomodarmici sopra ma non l’ho fatto: qualcosa mi ha trattenuto, forse un briciolo di stupido rispetto dei patti, e intanto pensavo a quella donna, l’avevo quasi incrociata mentre decideva di andare via, a 3 minuti dall’ora stabilita: le 06:16. Fosse stato un teatro, si sarebbe trattato di un’uscita a sipario ancora aperto, pensavo. Ho spostato leggermente lo sguardo in maniera impercettibile persino ai miei occhi. Forse perché lo sguardo era fisso, in realtà già fisso sul punto esatto indicatomi però era distratto. Distratto dai pensieri della donna, dell’uomo, del sipario che poteva essere ancora aperto, o forse chiuso, perché lo spettacolo non era ancora iniziato. Ecco che i miei occhi si aprono, si aprono con la coscienza, con la luce che illumina i sensi, perché non basta avere gli occhi aperti e fissi sul punto esatto, per vedere. Erano esattamente le 06:16 di quel mattino, di un mattino che non sapeva di niente. Ed era arrivato.

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